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Lapo Elkann: cadono le accuse per il finto sequestro

Il nipote degli Agnelli aveva telefonato in Italia raccontando di essere tenuto in ostaggio e chiedendo un riscatto. La polizia americana fa cadere le accuse.

Oggi, 25 gennaio, era in programma a Manhattan la prima udienza del processo legato all’episodio dello scorso 29 novembre, quando Lapo Elkann venne arrestato e poi rilasciato dalla polizia di New York, ma i pubblici ministeri della Grande Mela hanno deciso di archiviare l’accusa di simulato rapimento contro il rampollo di casa Agnelli.

L’ufficio del Manhattan District Attorney ha dichiarato che il caso verrà chiuso senza fornire al momento ulteriori dettagli: «Siamo grati al giudice che ha condotto un’indagine esaustiva, arrivando alla conclusione che il mio cliente non ha commesso nulla di criminale» ha dichiarato l’avvocato statunitense di Elkann, Randy Zelin. «Lapo è molto felice e sollevato» si è limitato ad aggiungere. L’avvocato ha spiegato che il suo ufficio legale ha condotto un’inchiesta e ha presentato le sue conclusioni al procuratore, il quale ha determinato che la vicenda non costituiva un reato.

Il fatto risaliva allo scorso Giorno del Ringraziamento quando Lapo era volato a New York per affari ma poi era finito a passare due giorni con una escort trans consumando alcol e droga. Una volta finiti i soldi, l’imprenditore, titolare della azienda di occhiali alla moda Italia Indipendent, avrebbe inscenato un rapimento per ottenere dalla famiglia un “riscatto” di 10mila dollari. Il reato di falsa denuncia può comportare una pena compresa tra i due e i dieci anni di carcere, ma tutto si è risolto, infine, in una bolla di sapone. Dopo l’arresto, il rilascio, la polemica e il clamore mediatico, Elkann è di nuovo libero e senza accuse, nonostante in principio al 39enne fosse stata consegnata una citazione per comparire in tribunale. Oggi, 25 gennaio, arriva la notizia: l’accusa è archiviata.

Photo Credits: Facebook

 

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