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Kim Kardashian, arrestati i colpevoli del sequestro

Arrestati i colpevoli della rapina compiuta ai danni di Kim Kardashian. La polizia francese tramite un comunicato fa sapere di essere riuscita, grazie alle indagini di questi mesi, a risalire ai malviventi.

La polizia francese, tramite un comunicato stampa, ha riferito di essere riuscita a risalire e ad arrestare i colpevoli della clamorosa rapina avvenuta a Parigi ai danni della star Kim Kardashian nell’ottobre 2016. (LEGGI ANCHE: KIM KARDASHIAN SEQUESTRATA IN ALBERGO A PARIGI DA DUE UOMINI ARMATI)

Dopo le indagini condotte in questi mesi, sono state fermate ben sedici persone colpevoli della rapina. Gli arresti sono avvenuti nel corso della notte nella regione parigina e provincia e le accuse sono: rapina a mano armata, sequestro di persona e associazione a delinquere. La trentacinquenne star americana che si trovava a Parigi con i suoi due figli per la settimana della moda, era stata aggredita, legata e imbavagliata nella sua stanza di un hotel di lusso parigino da uomini armati travestiti da poliziotti che le avevano rubato nove milioni di euro in gioielli, tra cui anche il prezioso anello di fidanzamento. Proprio pochi giorni fa la moglie di Kanye West aveva parlato per la prima volta della rapina nel corso di Keeping Up With A Kardashians, il reality realizzato sulla sua famiglia. L’attrice e imprenditrice ha dichiarato in lacrime tra le sue sorelle: “Stavano per spararmi alla schiena, non avevo vie d’uscita”.

Fortunatamente, a smascherare i ladri, ci sarebbero stati alcuni indizi che distrattamente i rapinatori avevano lasciato nella loro fuga, tra cui un’impronta digitale trovata nella camera dell’hotel e un ciondolo che era caduto ad uno dei malviventi durante la fuga. Il ciondolo in questione era stato raccolto da un passante e consegnato alla polizia. Fortunatamente la vicenda ha avuto il suo epilogo e Kim Kardashian può definitivamente archiviare la brutta disavventura vissuta.

Parigi, arrestati i colpevoli del sequestro di Kim Kardashian

Photo Credits: Facebook

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