Logli rischia vent’anni di carcere. Se – come sembra – domani chiederà il giudizio abbreviato all’udienza preliminare-bis davanti al giudice Elsa Iadaresta.
Venerdì 18 novembre Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa, comparirà di fronte al gip di Pisa, Elsa Iadaresta, che dovrà decidere se mandarlo o meno a processo per il presunto omicidio della moglie sparita nel nulla la notte fra il 13 e 14 gennaio 2012 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. A Mattino 5 oggi è stata confermata l’indiscrezione sul caso che circola da giorni: nell’udienza di venerdì i legali di Antonio Logli, in caso di rinvio a giudizio, potrebbero chiedere il rito abbreviato e l’uomo rischierebbe, dunque, fino a 20 anni di reclusione.
Il motivo di questa decisione? Rifiutando il processo ordinario eviterebbe l’acquisizione da parte della Procura di nuovi elementi indiziari a suo carico e la giuria popolare e in caso di condanna, come prevede il nostro ordinamento giudiziario, beneficerebbe di uno sconto di un terzo della pena. Il 18 novembre quindi sarà il giorno della verità: i testimoni di questo caso, come Loris Gozi, sono pronti ad andare in aula per raccontare quello che hanno visto e sentito il giorno della scomparsa di Roberta Ragusa. La testimonianza di Logli, come quella di altri testimoni, resterebbe valida anche nel caso di un rito abbreviato. Mancano poche ore, ore decisive quindi, per capire che cosa succederà.
Nella inchiesta bis “saranno fondamentali i contributi dei figli” della coppia, gli ultimi ad averla vista in vita prima della scomparsa, “molte delle loro dichiarazioni smentiscono Logli”, ha precisato l’avvocato Gentile, che si è detto fiducioso in relazione alla possibilità che il marito della Ragusa vada a processo. La famiglia Ragusa spera che finalmente possa essere fatta luce sull’intera vicenda e spiegare come e perché Roberta sia scomparsa nel nulla.
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