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Diletta Leotta hackerata ha sporto denuncia: «Grave violazione»

Le hanno rubato 8 scatti: in cui la giornalista di Sky, Diletta Leotta, sorride all’obiettivo in intimo o senza vestiti. Ora sporge denuncia contro ignoti…

8 frammenti d’intimità che le sono stati sottratti e lanciati nel web. Lei non lo sapeva ma è stata subito avvisata da alcuni amici di quanto stava accadendo: «Ignoti avevano postato delle mie immagini private risalenti a sei e quattro anni fa che avevo nel cloud del mio telefono iPhone», ha denunciato alla Polizia Postale. Arrabbiata, delusa, ferita.

Qualcuno deve aver sottratto la password a Diletta, o ne era a conoscenza. Come la giornalista catanese conferma, potrebbe essersi trattato un atto compiuto tempo fa: «Da circa un anno ricevo notifiche da parte di Apple nelle quali mi comunicano che è stata cambiata la password». Non solo, ieri ha cominciato anche a ricevere messaggi da numeri di telefono sconosciuti su WhatsApp: il suo, evidentemente, deve essere stato diffuso in rete con il resto dei contenuti. Un esperto, ha spiegato: «Separare i contenuti privati o potenzialmente compromettenti dagli altri e criptarli, con il programma gratuito 7Zip ad esempio. Non usare le stesse password per tutti i profili e prestare attenzione alle richieste di informazioni personali ricevute via mail o messaggistica istantanea».

La diffusione del materiale rimane comunque una «gravissima violazione della privacy», ha sottolineato nel pomeriggio lo staff della giornalista, mentre i social rimuovevano le foto. Più o meno nello stesso momento, il caso ha voluto che alla Camera venisse approvata la proposta di legge sul cyberbullisimo. Un testo che nacque dopo il suicidio – nel 2013 – della 14enne Carolina Picchio e firmato dalla sua ex insegnate di musica Elena Ferrara, senatrice del Partito democratico. Esteso anche ai maggiorenni poco prima della morte di Tiziana Cantone: «Tutti devono avere bene in mente che non hanno sistemi di controllo dei materiali che transitano su di loro», è il monito di Leotta, il cui pensiero va «alle ragazze più giovani, magari meno solide» che devono rendersi conto del fatto che «chiunque distribuisce con leggerezza una foto privata magari di un amico, di una fidanzata o di una ex senza chiedere il suo consenso commette un reato».

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Photo Credits: Facebook

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