George Clooney e i Bunga Bunga. Insieme a Berlusconi c’era anche lui
George Clooney venne chiamato da Valentino Valentini per testimoniate sulle cene eleganti di Berlusconi a cui l’attore aveva partecipato. “Guardate che dico tutto” Aveva dichiarato e per questo motivo venne scartato.
“Se fossi ubriaco e non avessi una moglie vi racconterei le serate a casa di Berlusconi“. Con queste parole inizia l’intervista di George Clooney al Fatto online riportata su Dagospia.”Nel 2010, Berlusconi mi aveva organizzato un volo privato da Milano a Roma per parlare del Darfur. Non andai però al party Bunga Bunga. E questo, secondo loro, avrebbe aiutato a dimostrare che il party era stato inventato da Ruby. Ma io ad altre serate ero presente, ma non posso dire di più“.
L’attore sa, ma non vuole parlare nemmeno quando Berlusconi uscirà di scena: “Ho una moglie e un futuro” dichiara e anche se a quelle cene “poco eleganti” era presente sa cosa significa confessare quello che accadeva nei party. L‘unico accenno Clooney lo fa in riferimento al processo a Berlusconi per il caso Ruby Rubacuori. Valentino Valentini, che forse era l’ avvocato della ragazza o si comportava come tale (era deputato eletto nel PDL, poi accusato di falsa testimonianza nell’inchiesta Ruby Ter, accusa poi archiviata dal Gip per mancanza di prove certe), chiese a Clooney di testimoniare in favore di Berlusconi.
Clooney accettò, ma a una condizione che una volta chiamato a testimoniare su quella famosa serata, poi avrebbe parlato anche delle altre feste con Berlusconi a cui aveva partecipato. Party trasgressivi, dove poteva succedere di tutto e non esistevano regole. A questo punto per paura di far uscire descrizioni troppo sconvenienti, Valentini ha deciso di non chiamare Clooney a testimoniare.
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