Guai per Loredana Bertè. Lo zio Rodolfo Dato l’ha querelata per diffamazione ed ora chiede un risarcimento da ben un milione di euro. Ma cosa ha detto la cantante per far arrabbiare così tanto il fratello della madre?
Loredana Bertè ha messo tutta se stessa nell’autobiografia Traslocando. Ha aperto il suo cuore e, senza peli sulla lingua, ha tirato fuori tutti i ricordi. Tutto il dolore. Non ha risparmiato nemmeno i suoi parenti ed in particolare il fratello della madre. L’uomo in questione (Rodolfo Dato) non viene mai citato con nome e cognome, tuttavia si è sentito preso in causa. Loredana l’ha definito come un poco di buono che entrava e usciva di galera. “Mia nonna aveva un sacco di galline e sapeva come difendersi dallo zio Rodolfo. Sotto la gonna aveva cucito delle tasche interne, piangeva miseria ma a sera quando si spogliava dal nascondiglio uscivano i risparmi, rotoli di denaro che rivelavano ricchezze inaspettate. Viveva tra il pollaio e l’uscio della stamberga”: queste le parole incriminate che hanno mandato su tutte le furie Rodolfo.
L’uomo, come riporta Il Mattino, ha depositato la querela per diffamazione nei suoi confronti e in quelli della memoria della nonna (morta 58 anni fa) in procura a Padova e avrebbe chiesto un risarcimento di ben un milione di euro (metà alla nipote e l’altra metà alla casa editrice Rizzoli). Come andrà a finire la causa penale?
Un’infanzia non facile per l’artista che ha dovuto anche vivere con un padre violento e che – a suo dire – addirittura si masturbava guardando sua sorella Mimì: “Io guardavo attraverso le ciglia e vedevo una cosa che non capivo: cosa facesse quest’uomo fermo ai piedi del mio letto, girato verso mia sorella. Mimì mi ha spiegato tutto dopo molto tempo” (LEGGI ANCHE: Loredana Bertè, autobiografia shock. “Mio padre si masturbava guardando Mimì”).
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