Giorgio Panariello, per tutti, è sinonimo di allegria, comicità, energia positiva. E’ un ottimo professionista, sa deliziare il pubblico con la sua ironia e il suo acume, le sue battute arrivano dritte come frecce accendendo ilarità ma anche stimolando riflessioni. Insomma: come spesso accade agli artisti specializzati nel divertimento altrui, anche nel suo caso si tende a “dimenticare” che, al di là dell’immagine pubblica, anche Giorgio ha i suoi problemi. I suoi dolori. Le sue ferite. Ed ecco che, proprio nel giorno del suo 55esimo compleanno, Panariello ha deciso di mettersi a nudo. Aprirsi un po’ di più. Condividere coi fan un pensiero che evidentemente è troppo intenso per restare costretto nella sua mente. Ha scritto un breve messaggio su Facebook, Giorgio. Accompagnandolo con una foto che risale a diverso tempo fa.
“Quest’anno il mio compleanno vorrei tanto festeggiarlo con mio fratello…“: un desiderio bello, caldo, dolce. Destinato, però, a restare tale. Perché Francesco, suo fratello, non c’è più. E’ successo nel 2011: un passante l’ha trovato sul lungomare di Viareggio il 28 dicembre, poco dopo la mezzanotte. Era adagiato in un’aiuola, sul braccio il segno di un ago e nel portafoglio poche monete insieme ai documenti. I medici del 118 hanno fatto il possibile per salvare, ma non c’è stato nulla da fare. E’ morto di overdose. E proprio a Giorgio è toccato riconoscere il suo corpo.
E dire che i due fratelli si erano finalmente ritrovati da poco. Difficile la loro infanzia: Francesco era stato abbandonato piccolissimo, da una madre così giovane da non volersi prendere cura di lui. Così è finito in collegio. Giorgio è stato un po’ meno sfortunato: l’hanno cresciuto i nonni materni. Franco è rimasto in istituto per 12 anni, poi una famiglia benestante l’ha adottato. Salvandolo, in parte. Ma nella sua anima c’erano ormai troppi brutti segni. “Neanche l’affetto della nuova famiglia – ha raccontato lui stesso – riusciva a placarmi. Un giorno i genitori adottivi mi scoprirono mentre portavo via loro i soldi, così tolsero l’adozione. Fu spedito in un collegio a Siena, ma anche lì durai poco, mi sorpresero a rubare dei soldi al preside. Fui ritenuto un caso con pochissime probabilità di recupero così mi portarono dai miei nonni al Cinquale, a Montignoso“.
Là, in Versilia, ebbe modo di riabbracciare (e conoscere…) Giorgio. Dopo qualche tempo, però, Franco decise di andarsene per cercare la madre a Napoli. Finì in carcere, cominciò a fare uso di droghe e si ammalò gravemente. A 37 anni, convinto proprio da Giorgio, entrò nella comunità di San Patrignano per disintossicarsi. Ci rimase per 7 anni, Giorgio non smise mai di stargli vicino. Uscito, trovò lavoro come giardiniere. Sembrava stesse finalmente bene, meglio. Il 23 dicembre di quel 2011 ha cenato con Giorgio. Il 28 è morto. “Non me lo aspettavo…“, ha detto Giorgio davanti alla sua bara. E allora sì, il compleanno non può non avere un sapore un po’ amaro…
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