Ornella Muti, “non ho 30mila euro”. E non risarcisce il Teatro di Pordenone
Quell’episodio risale al 2010 ma lo ricorderanno ancora in molti perché ha fatto scalpore: Ornella Muti doveva esibirsi presso il Teatro Verdi di Pordenone, tuttavia si diede malata facendo saltare tre serate; in realtà godeva di ottima salute e andò a una cena di beneficenza con Vladimir Putin. Forse pensava di farla franca, forse ha peccato di ingenuità, fatto sta che l’hanno beccata. Il giudice Patrizia Botteri l’ha condannata a 8 mesi e 600 euro di multa per truffa e per aver indotto un medico a redigere un certificato falso. Ha inoltre subordinato la condizionale al pagamento di 30 mila euro. Però ecco, la notissima attrice romana, che da tempo risiede a Montecarlo, fa sapere di non “essere nella condizioni” di pagare la provvisionale. In altre parole, sostiene di non avere quel denaro.
Adesso rischia di ricevere ingiunzioni di pagamento da parte del Verdi: “Sembra incredibile – hanno detto gli avvocati della stessa struttura, Bruno e Antonio Malattia – che un’attrice ancora in auge, spesso presente a talk-show e trasmissioni televisive, possa versare in condizioni di indigenza tali da non permetterle di onorare i suoi impegni con la giustizia“. Eh sì, fanno parecchia fatica a crederci. Un sentimento sicuramente condiviso dall’opinione pubblica. Di conseguenza porteranno avanti tutte “tutte le iniziative necessarie per il recupero forzoso delle somme liquidate a suo favore“. La Procura generale, da parte sua, alza il tiro. Ha proposto infatti appello incidentale rilevando che la pena irrogata è eccessivamente mite. “Nel ricorso – spiegano i Malattia – il Procuratore Generale osserva che la peculiarità degli espedienti adottati per conseguire l’illecito profitto, l’entità dell’indebito ricavato con il parallelo danno per la persona offesa e il comportamento processuale tenuto dalla Muti denotano ‘una spiccata propensione alla violazione della legge, mentre la mancanza di ogni resipiscenza palesa personalità ulteriormente svalutata e negativa’“.
E se il Tribunale di Pordenone sottolinea come il fatto di munirsi di certificato medico il giorno della partenza per la Russia fosse motivato dal tentativo di sottrarsi al pagamento della penale, sul web si scatena l’ironia. Il commento più diffuso? Suona più o meno così: “Avrà speso quei soldi dal chirurgo plastico…”
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