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Tiberio Timperi accusato di diffamazione dall’ex moglie: “Costretto a vedere mio figlio poche volte”

C’è un’ombra nella vita di Tiberio Timperi, un’ombra di cui praticamente tutti sono a conoscenza: l’infinita battaglia giudiziaria che lo vede protagonista insieme all’ex moglie Orsola Gazzaniga. Oggi, 18 giugno, il noto giornalista è stato ascoltato dal giudice monocratico presso il Tribunale ordinario di Roma: “Sono stato costretto a vedere mio figlio poche volte durante l’anno – ha esordito – per colpa della legge“. Timperi è accusato di aver diffamato la Gazzaniga nel corso di un’intervista rilasciata nel 2010 a un settimanale raccontando di aver passato gli ultimi anni della sua vita nelle aule dei tribunali per essere stato dipinto “praticamente come un mostro” dalle denunce, successivamente rivelatesi infondate, dell’ex consorte.

Nella medesima occasione il conduttore ha sostenuto che tutte le querele fossero “frutto di una strategia processuale” nell’ambito della quale “ogni accusa, vera o falsa che sia, è lecita“. Infine ha concluso dicendo che una madre “può facilmente ostacolare il rapporto padre–figlio” quando è dichiarata affidataria dal giudice durante una causa di separazione. Beh, la Gazzaniga l’ha presa tutt’altro che bene. “Tiberio – ha replicato a distanza di qualche giorno – omette di menzionare le numerose denunce (almeno sei) da lui presentate, in passato, nei confronti della sottoscritta, che sono state tutte archiviate“.

Nel maggio del 2013 è arrivato dunque il rinvio a giudizio per diffamazione. Oggi Timperi ha provato a far valere le sue ragioni circa quell’intervista: “Quello che ho detto all’epoca non era diffamatorio, non volevo attaccare la mia ex moglie. Le mie parole avevano una funzione sociale: mi batto per i diritti dei padri separati. In caso di divorzio, deve esserci parità tra il papa e la mamma, per la tutela dei figli. E’ una questione di principio. Conduco da anni una battaglia perché possano essere concessi più diritti ai padri quando termina il matrimonio“. poi ha fatto presente che il matrimonio è durato soltanto 3 mesi e che all’epoca guadagnava circa 250 mila euro all’anno; lei, invece, “pretendeva come assegno di mantenimento – è sempre la sua versione – circa 300 mila euro, nonostante dopo la separazione avesse iniziato a frequentare un’altra persona“. Il prossimo 11 novembre saranno sentiti i test della difesa.

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