Elisabetta Canalis e le foto rubate: “Hanno violato un mio spazio privato”
Si sta parlando molto in questi giorni della presunta violazione delle caselle di posta elettronica appartenenti ad Elisabetta Canalis e molti altri personaggi famosi (oltre trenta, pare, fra cui Mara Venier, Paolo Virzì, Paola Perego, Melita Toniolo, Paolo Guzzanti): il 19 giugno il processo porterà in Tribunale Selvaggia Lucarelli, Guia Soncini e Gianluca Neri. Non è questa la sede per affrontare la questione da un punto di vista giuridico. Piuttosto vogliamo focalizzarci sulla Canalis, che finora ha preferito tacere – forse perché comunque questo resta uno dei periodi più belli della sua vita, considerata la gravidanza in corso – e che soltanto tramite un’intervista al settimanale Oggi ha deciso di rompere il silenzio.
I fatti risalgono all’ottobre 2010, la Canalis era ancora fidanzata con George Clooney. Quando le hanno detto che qualcuno stava cercando di vendere le foto private della sua festa di compleanno, organizzata proprio a casa del compagno (foto rubate tramite la mail della sua amica Federica Fontana), ha deciso di denunciare: “Mi sono rivolta alla Polizia e grazie al loro intervento sono venuta a sapere che la mia casella di posta elettronica e gli account di condivisione cloud erano tenuti sotto controllo da persone estranee ai fatti ed evidentemente non autorizzate e ho iniziato a temere per la mia riservatezza perché qualcuno aveva violato un mio spazio privato“.
Ha avvisato i suoi contatti nel tentativo di arginare la diffusione dei dati personali: “gli autori dei reati ne hanno preso conoscenza e ne hanno fatto circolare una copia, dimostrando di avere ancora il controllo della mia casella di posta elettronica“. Eli si è sentita “spiata nella mia vita personale e privata, perché non avevo più la certezza di cosa fosse pubblico e cosa no. Anche nei mesi successivi non ero più sicura nell’utilizzare la mail per comunicare con gli altri e sentivo di non potermi fidare di nessuno. Immaginate le trattative economiche di lavoro, i contenuti di vita privata e tanti altri dati sensibili. Temevo ad ogni click ed invio che qualcuno potesse leggere e vedere tutto. Pertanto ho ritenuto corretto tutelarmi a livello legale, al fine di venire a capo di questa vicenda“. Dice di aver fiducia nella giustizia italiana ed è sicura che verranno “accertate le responsabilità di quanto accaduto“.
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