
Sono passati quasi due anni dall’incidente stradale che ha visto coinvolta Loredana Errore. La cantante sta ricominciando piano piano la sua carriera nella musica, anche grazie ad alcuni concerti e all’uscita del nuovo album (leggi tutto su Velvet Music), purtroppo però deve rivivere in Tribunale il ricordo di quella brutta esperienza. E’ iniziato ieri, martedì 12 maggio, il processo per guida in stato d’ebbrezza. Ma facciamo un piccolo passo indietro fino a quel terribile 4 settembre del 2013: la sua auto (una Ford Focus) si è ribaltata a San Leone (in provincia di Agrigento) ed è finita contro un albero d’ulivo. Loredana è rimasta gravemente ferita, per questo motivo è stata in ospedale per un anno e mezzo per una riabilitazione molto lenta.
Quando è stata trasportata nella clinica però, i medici le hanno fatto il test alcolemico che è risultato positivo. Allora i carabinieri le hanno ritirato la patente e l’hanno denunciata. Come riporta il sito LaSicilia.it la Procura della Repubblica di Agrigento ha disposto nelle scorse settimane la citazione a giudizio ed ora Loredana deve presentarsi al giudice monocratico Agata Anna Genna. L’avvocato Antonino Gaziano, in difesa dell’artista, ha chiesto un termine per valutare la richiesta eventuale di riti alternativi.
Poco dopo lo spiacevole avvenimento la Errore ha dichiarato di aver bevuto solo un bicchiere di birra e di essere stata salvata da Santa Rosalia dal cielo: “Ricordo perfettamente tutti i dettagli dell’incidente – ha detto attraverso un’intervista al settimanale Oggi – l’arrivo dei soccorsi, le voci. Sono rimasta sempre vigile. Come avrei potuto ricordare questi fatti se non fossi stata lucida?“. Nei giorni scorsi poi la concorrente della nona edizione di Amici è stata protagonista di un’altra polemica nei confronti di Maria De Filippi e Biagio Antonacci, visto che nessuno dei due è andato a trovarla nel periodo di convalescenza (leggi cosa ha detto). In realtà lei non è affatto arrabbiata con loro e sono stati i giornali a travisare le sue dichiarazioni. Tutto è bene quel che finisce bene. Anche con il processo andrà così?
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