Ci troviamo a Roma e precisamente nel quartiere del Pigneto, dove abita ormai da vent’anni Vladimir Luxuria: qualche giorno fa l’opinionista della tredicesima edizione del Grande Fratello ha rilasciato un’intervista a La Repubblica per parlare del degrado che c’è proprio in questa zona, soprattutto di notte: “E’ demoralizzante. Cammini per le vie dell’isola pedonale e ti accorgi che si respira un’aria diversa. Ogni sera una rissa e bande di spacciatori. Non sono una bacchettona ma vedere anche minorenni offrire sostanze stupefacenti a passanti e abitanti è triste“. Ieri – mercoledì 18 giugno – probabilmente presa dall’esasperazione si è affacciata alla finestra e ha gridato: “Non si vende droga al Pigneto”.
Per tutta risposta il pusher l’ha guardata e le ha fatto il segno dello sgozzamento: “Tralascio gli insulti a sfondo sessuale”, ha commentato Luxuria. Stamattina poi si è recata al commissariato di Porta Maggiore, denunciando l’accaduto (già qualche anno fa ha segnalato la presenza di svastiche e scritte pro Hitler sui muri) e fornendo un identikit di colui che l’ha minacciata. Dopo una certa ora il quartiere non è vigilato e così sono tanti gli spacciatori che vendono droga senza problemi: “Lancio un appello ai cittadini e ai gestori degli esercizi commerciali di non voltare la testa dall’altra parte e di unirsi a me quando sono testimoni dello spaccio. Ovviamente l’appello è anche alle istituzioni, affinchè vigilino e impediscano questo scempio”.
Il popolo di Twitter è dalla sua parte: “Spaccio, rifiuti, risse. Il #Pigneto alza la testa“, “Forza @vladiluxuria ! #bastaspacciatori #liberapigneto”, “Si, ma che j’ha strillato dalla finestra ai spacciatori der Pigneto pe’ caccialli? #luxuria”. A Vladi però dispiace molto che quello che un tempo considerava “un piccolo borgo felice”, ora non lo è più: “Adoravo vivere in un rione che somigliasse a un paese dove tutti conoscevano tutti – ha concluso – e c’era un alto tasso di rispetto. Ora è tutto finito. La realtà ha spazzato via la bellezza di questo luogo“.
Foto by LaPresse/Claudio Bernardi