Giò Di Tonno: “Vorrei portare mio figlio in tour. E’ la mia gioia più grande…”
Cantante e attore teatrale di successo. Giò Di Tonno si è avvicinato all’arte fin da piccolo. A soli otto anni ha iniziato a studiare il pianoforte e passo dopo passo si è appassionato alla musica leggera e alla meravigliosa figura del cantautore, ovvero il poeta che si racconta cantando. Da qui una strada sempre in salita. Fatta non solo di note e pentagrammi, ma anche di palchi e maschere da rappresentare. Due arti che si fondono alla perfezione. Il canto e la recitazione fanno parte della sua anima e così il teatro-musicale diventa la sua attività principale. Giò ha studiato così tanto da dimostrarsi anche un bravo imitatore. In questo modo si è aggiudicato la vittoria della seconda edizione di Tale e quale show (nonché il mini torneo di sfida tra i partecipanti della prima e seconda stagione). E quest’anno è tornato nuovamente a sfidare i partecipanti della terza edizione ed il vincitore assoluto Attilio Fontana (leggi l’intervista di Velvet Gossip).
Non solo lavoro per Giò Di Tonno. Questo è un periodo meraviglioso visto che da pochi mesi la sua compagna, la fotografa Sara Benmessaoud, ha dato alla luce il loro primo figlio, Jad: “Il 29 settembre 2013, alle 12.20 è nato il mio piccolo Jad. La mamma sta bene ed è più bella che mai. Io, che sono l’uomo più felice del mondo, non trovo le parole per descrivere il miracolo a cui ho assistito…”, ha scritto il cantante nella sua pagina ufficiale di Facebook. La gioia più grande della sua vita. Ma come cambierà adesso la sua vita nelle vesti di papà?
Com’è questo ritorno a Tale e quale show?
Molto divertente. Sicuramente l’esperienza è molto diversa rispetto allo scorso anno. Ora sono più rilassato e ho maggiore confidenza con il mezzo televisivo. Cosa che prima non avevo.
Chi ti ha stupito dei concorrenti di quest’anno?
Sono stati tutti bravi. Attilio già lo conoscevo, ma è stata una piacevole scoperta. Fa delle imitazioni molto garbate e misurate. Clizia (Fornasier, ndr) invece non la conoscevo e l’ho trovata molto brava e preparata. E poi apprezzo Amadeus e Fabrizio Frizzi che hanno saputo mettersi in gioco.
Invece il personaggio che ti è piaciuto di più interpretare?
Ce ne sono tanti. La performance nei panni di Pierangelo Bertoli ha emozionato tutto il pubblico e anche me. Mi hanno chiamato anche il figlio e la madre per farmi i complimenti. Ci vuole tanto impegno per riuscire a dare il meglio.
Hai mai avuto delle difficoltà nell’affrontare questi miti della musica?
Ho lavorato molto sulla vocalità per esplorare mondi che non conoscevo. Ma anche sulla fisicità e sulla mimica. Non tutti hanno una particolarità che spicca e così bisogna ricercare il dettaglio. Per esempio su Gino Paoli c’era poco su cui lavorare e allora ho osservato attentamente la postura. Sono un po’ maniaco in queste cose!
Sei diventato papà da poco…
Sembra banale, ma è la gioia più grande del mondo. Un figlio è il senso di tutto. La ragione di un percorso di vita.
Che padre vorresti essere?
Prendo esempio dal mio. Lui era buono, ma severo quando serviva. Avrà alzato la voce tre o quattro volte. Vorrei essere come lui. Anche io sono buono di indole. Educare un bambino è una scoperta continua quindi non posso sapere come andrà. Vorrei che tra me e mio figlio si creasse una bella complicità.
Sei preoccupato per il suo futuro quando sarà grande?
Adesso non mi preoccupo, ma al sol pensiero mi vengono i brividi. La situazione italiana non è delle migliori e quindi non gli si prospetta davanti una situazione rosea. Ci penserò volta per volta.
Cosa gli insegnerai?
Ad avere un forte senso civico, il rispetto per tutto ciò che lo circonda. E poi di amarsi come persona perché questa è una caratteristica che manca in tanti.
E se volesse entrare a far parte del mondo dello spettacolo?
Gli direi: “Ma hai visto che fine ha fatto tuo padre?”. A parte gli scherzi, potrà fare ciò che vorrà. Sarà lui a decidere e io non metterò il bastone tra le ruote.
Quando parti per impegni lavorativi senti già la sua mancanza?
E’ dura. Quando parto anche solo due o tre giorni mi manca molto. Vorrei stare sempre attaccato a lui anche solo per sentire il suo respiro. Adesso ancora non parla, ma quando mi sorride mi si riempie il cuore di gioia. Quando potrò inizierò a portarlo in giro con me.
E nel tuo futuro cosa c’è?
Di sogni ne ho realizzati tanti. Mi accontento di continuare a vivere di questo mestiere ed essere sereno insieme alla mia famiglia.
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