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Fabrizio Corona rivede il figlio Carlos dopo 10 mesi (e scrive una lettera dal carcere)

Che sentiamo la mancanza di Fabrizio Corona, al di là tutto, l’abbiamo già detto. E non ci stancheremmo mai di ripeterlo, eh. Perché da quel 24 gennaio, ovvero dal giorno in cui è stato arrestato, il mondo del gossip è diventato parecchio più noioso. Nessuno ha la sua stessa fantasia, nessuno è vulcanico – nel bene e nel male – come lui. Poi ci sarebbe un lunghissimo discorso da fare circa la pena che sta scontando e l’elevato numero di personaggio che hanno fatto assai di peggio e se ne stanno allegramente fuori, ma non è questa la sede. Soprassediamo. Veniamo, piuttosto, a una lieta (lieta per quanto possibile…) novella: Fabrizio Corona ha finalmente rivisto suo figlio Carlos. Era il suo più grande desiderio, era una cosa che chiedeva da sempre. Che ha chiesto fin dal primo istante. E finalmente gli assistenti sociali e gli avvocati, d’accordo con la sua ex moglie (e madre del bambino) Nina Moric, hanno dato il via libera. Ancora non si sa nei dettagli come sia andato l’incontro, ma di certo il tasso di commozione dev’essere stato altissimo. E di certo Fabrizio sta cambiando. In meglio. Se ne sta dietro quelle sbarre, senza più fare colpi di testa, cercando di preservare sia il suo spirito che il suo… fisico.

E da lì ha scritto una lettera per Verissimo, la trasmissione condotta da Silvia Toffanin. Lettera il cui testo è stato pubblicato sul quotidiano Libero in prima pagina, eccolo:

A chiunque incontro e mi chiede come sto, rispondo sempre la stessa cosa: ‘Sto bene, molto bene’. Ma risponderei così anche dopo 30 coltellate, sanguinante, in fin di vita. Ho sempre risposto così, a tutti. Penso che dopo la scoperta di una grave malattia, il carcere sia la cosa più brutta che possa accadere ad un uomo. È la realtà dell’inferno in terra, dove colpevoli e innocenti sono costretti a vivere in condizioni vergognose e disumane nell’indifferenza istituzionale. Io però, in questo momento, non provo più rabbia, né rancore per chi mi ha condannato e inflitto questa pena così eccessiva e così assurda, ma anzi lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di capire tante cose, mi ha aiutato a riconoscere i tanti sbagli, ad ammettere gli errori, a guardarmi dentro, nel profondo della mia anima e a capire finalmente, a quasi quarant’anni, chi sono e cosa voglio veramente“. Se è sincero, se lo è veramente, noi siamo dalla sua parte.

Foto by Facebook

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