Anna Laura Millacci su Twitter contro l’associazione Doppia Difesa
Doppia Difesa è l’associazione nata dall’incontro casuale tra due donne: la showgirl Michelle Hunziker e l’avvocato Giulia Bongiorno. Un’assistenza a tutte le donne vittime di violenza per uscire dal silenzio. Vista la credibilità e notorietà, usare la loro immagine è sembrata un’idea ottima per sensibilizzare l’opinione pubblica. E allora perché Anna Laura Millacci se l’è presa con loro? Si tratta dell’ex compagna di Massimo Di Cataldo che ha denunciato via Facebook (forse in una maniera un po’ insolita) le botte prese dal cantante: lui l’avrebbe picchiata fino a farla abortire (leggi tutta la storia). La donna ha manifestato tutta la sua rabbia nei confronti dell’associazione con un tweet:
Cos’è successo? A quanto racconta la Millacci stessa su Twitter, lei avrebbe contattato più volte l’avvocato Bongiorno, lasciando anche messaggi urgenti in segreteria senza però mai ricevere risposta. Allora ha chiamato direttamente l’associazione, ma anche loro ci hanno messo venti giorni prima di risponderle che non avrebbero potuto assisterla e che però erano contenti di essere stati contattati. Ma come mai non hanno voluto occuparsi del suo caso? Questo viene spiegato da un video pubblicato da Massimo Di Cataldo sulla sua pagina ufficiale Facebook nel quale appare proprio la Bongiorno ospite di Uno Mattina Talk: “Facebook non è lo strumento adatto per le denunce. Non dobbiamo prendere questo strumento come le nuove forze dell’ordine perché altrimenti non c’è difesa. Una cosa è velocizzare le procedura, altro è cambiarle”.
Ecco spiegato il motivo. O almeno così pare. Secondo l’avvocato i social network non sono il modo giusto per denunciare una violenza. Sarà per questo motivo che non hanno voluto dare assistenza ad Anna Laura? Quello che però ha dato più fastidio all’ex di Di Cataldo è che le donna sia andata in tv a parlare del suo caso senza neanche ascoltarla. Effettivamente proprio pochi giorni fa è apparso un suo video in Rete nel quale ammetteva di essersi pentita di aver usato i social per denunciare il fatto e consigliava di rivolgersi sempre alla polizia o a questo tipo di associazioni. Se è pentita, perché non aiutarla? Ora non resta che aspettare una risposta dalle fondatrici dell’associazione.
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