Eva Grimaldi e l’incubo dell’alcol. Salvata da Garko e dalla madre
“Bevevo troppo. Prima qualche bicchiere; poi, la sera a cena, senza accorgermene, mi consolavo con una bottiglia intera di vino”. A parlare è l’attrice Eva Grimaldi, classe 1961, attraverso le pagine del settimanale DiPiù. La sua è una bellezza indiscutibile, con quegli occhi che rapiscono chiunque li incroci, e la sua carriera, tra film d’autore e pellicole più commerciali, non si è mai arrestata dall’esordio avvenuto nel lontano 1983 con “Drive In”.
Eppure la vita di questa attrice non è sempre stata rosa e fiori o, se preferiamo, paillettes e riflettori. A svelare il lato più oscuro della sua esistenza, quello che l’ha vista addentrarsi nella pericolosa spirale dell’alcol, è stata lei stessa: “Cercavo di stordirmi, di non pensare. E, piano piano, ho iniziato ad aggiungere superalcolici, whisky soprattutto. Mi ricordo che una sera, in un locale, le mie amiche, per tirarmi su, mi spinsero a ‘provarci’ con un bel ragazzo, il famoso chiodo scaccia chiodo. Ma io non me la sentivo e allora ho bevuto ancora di più, per darmi coraggio, e alla fine, dopo due sorrisi e qualche battuta, ho iniziato a piangere sulla spalla di quel povero ragazzo, che si aspettava altro da me”.
A gettare Eva Grimaldi in quel buco nero che a volte avvolge senza lasciare via di scampo è stata la fine del matrimonio con l’imprenditore veronese Fabrizio Ambrosio. Da lì la depressione e tutto ciò che ne consegue.
Un momento molto difficile per l’attrice, dal quale è riuscita ad uscire grazie ad alcuni cari amici e, soprattutto, a due persone molto importanti per lei: l’attore Gabriel Garko, con il quale è stata legata sentimentalmente dal 1997 al 2002, e la madre.
“Per fortuna, ho tanti amici che mi hanno aiutata, tra cui Gabriel Garko con il quale sono rimasta in ottimi rapporti anche dopo la fine del nostro amore”, ha raccontato Eva Grimaldi. Aggiungendo: “Sapesse le volte che ho pianto sulla sua spalla. Quante volte Gabriel mi ha rincuorato spronandomi a reagire, a smettere con le mie debolezze. Ho dovuto trovare la forza dentro di me per non bere più in maniera smodata”.
E poi la mamma, che l’ha spronata affinché reagisse e le ha fatto capire quanto in realtà fosse fortunata. “Mia madre mi ha salvata – ha detto l’attrice – Un giorno, vedendomi piangere a dirotto, mi ha mostrato la foto di un bambino africano urlandomi: ‘Che ti piangi? Smettila, non ne hai motivo! Lui non ha da mangiare, lui è quello che soffre e avrebbe tutte le ragioni per piangere’. È stato un colpo per me, al punto che, nei gironi seguenti, mi è balenata in testa un’idea: fare qualcosa di concreto per quel bambino. Così mi sono spinta fino al punto di andare in Africa”.
Un racconto che regala un’altra immagine di Eva Grimaldi, all’anagrafe Milva Perinoni, e che svela l’aspetto più fragile di questa donna.
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