Rinvio a giudizio: questa la richiesta fatta dai pm Walter Cotugno e Patrizia Petruzziello della procura di Genova per Flavio Briatore e per i vertici della Autumn Sailing Ltd, società che possiede e gestisce il Force Blue, l’ormai celebre maxi yacht sequestrato dalla Guardia di Finanza nel maggio del 2010 al largo della Spezia. In molti ricorderanno la vicenda: l’ex team manager della Renault dichiarò subito che l’imbarcazione era stata presa “regolarmente in affitto da me, come d’altra parte in passato hanno fatto tante altre persone“; la sua rabbia raddoppiò perché, al momento del sequestro, a bordo c’erano sia Elisabetta Gregoraci che il piccolo Nathan Falco (allora aveva soltanto due mesi).
Briatore era convinto che il tutto si sarebbe risolto “molto presto“, e invece a distanza di due anni ecco arrivare l’altro boccone amaro. Briatore è indagato a vario titolo, con tre amministratori della Autumn Sailing Limited che si sono avvicendati nel tempo e con il comandante dello yacht, per il mancato pagamento dell’Iva dovuta all’importazione: in totale 3.600.000 di euro. Secondo l’accusa, sarebbe stata simulata un’attività commerciale di noleggio che avrebbe consentito di far navigare il Force Blue, iscritto in un Paese extracomunitario (la società ha sede nelle isole Vergini Britanniche), per uso diportistico in acque territoriali italiane dal luglio 2006 al maggio 2010. Briatore era amministratore di fatto e proprietario della società e dello yacht.
E non finisce qui: Briatore e gli altri sono anche accusati di aver destinato il carburante come esente dalle accise mentre avrebbe dovuto essere soggetto alle imposte. Complessivamente si tratterebbe di circa 900.000 litri, adoperati in diverse occasioni, per un vantaggio di oltre 1,48 milioni di euro. Infine c’è l’accusa di aver indotto in errore i fornitori delle prestazioni sul fatto di trattare con una società realmente esistente e commerciale, facendo emettere le fatture relative a operazioni soggettivamente inesistenti. Il Force Blue è ancora sotto sequestro.
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