
Sharon Stone rinviata a giudizio per maltrattamenti razzisti: sembra la trama di un nuovo film, invece è pura realtà. La sexy diva continua ad avere problemi con la gente che presta servizio a casa sua. Una settimana fa l’ex colf ha presentato denuncia accusandola di averla costretta a fare lavori massacranti nonostante il medico le avesse prescritto quindici giorni di riposo in seguito a un infortunio alla schiena. Venerdì scorso, invece, il Tribunale di Los Angeles ha dichiarato legittime le accuse “di discriminazioni razziali, molestie e di ingiusto licenziamento” presentate da Erlinda Elemen, ex collaboratrice domestica della Stone.
Erlinda è stata assunta dall’attrice nel 2006 e successivamente è diventata anche la tata dei suoi tre figli adottivi, Roan, Laird e Quinn. Nell’agosto del 2010, però, le due donne hanno cominciato a non andare più d’accordo e all’inizio del 2011 Sharon ha licenziato la Elemen. Il fatto è che negli ultimi mesi l’avrebbe trattata malissimo, insultandola per le sue origini filippine, dunque con epiteti razzisti, e addirittura accusandola di essersi fatta pagare ore supplementari mentre era in viaggio con i bambini nei giorni di congedo. Come se non bastasse, le avrebbe chiesto di parlare il meno possibile coi suoi figli per non “deviarli” con la sua pronuncia scorretta. Risultato?
Nonostante le proteste degli avvocati della Stone, il giudice Mary Strobel ha stabilito che le prove presentate lo scorso maggio dalla domestica sono sufficienti per sostenere le accuse: il processo è stato fissato per il prossimo 30 luglio.