
L’avevamo previsto. Del resto era praticamente scontato che Belen Rodriguez, questa, non l’avrebbe fatta passare. L’idea di un pupazzo ispirato a suo figlio, e messo in commercio da terzi sfruttando la sua popolarità, fa venire i brividi a chiunque. Figuriamoci a lei. Così l’autore della grandiosa idea, ovvero Mirko Scarcella (socio di Fabrizio Corona, giovanissimo nonostante l’aria navigata), ha fatto un’eclatante retromarcia. Che poi non si saprà mai se davvero sia stata un’idea sua o dello stesso Corona o di tutto il team. Fatto sta che Scarcella s’è cosparso il capo di cenere e poco fa ha messo le idee in chiaro a modo suo attraverso il web. Sì, il marchio “Santiago” (così si chiamerà il primogenito di Belen e Stefano De Martino) è stato registrato. Lo scorso 8 gennaio. Sì, molti dei “progetti imprenditoriali” di Scarcella gravitando intorno a questo personaggio. Però, ecco, lui non vuole “in alcun modo turbare la serenità della futura mamma e non potendo chiamarla, visto che nell’ultima telefonata intercorsa il tono era stato molto aspro, ho chiamato la sua migliore amica perché la tranquillizzasse riferendole che avevo intenzione di regalarle la registrazione“.
Ok, nonostante il periodo lungo e contorto da un punto di vista grammaticale, il concetto che il giovanotto intende far passare è questo: ha registrato il marchio ma così, giusto per. Mica per fare business. Forse quel giorno non aveva nulla di meglio da fare. Però mai e poi mai avrebbe immaginato che la futura mamma si sarebbe leggermente infastidita. Adesso, improvvisamente, ha intenzione di farle dono di questa registrazione. E quasi quasi si meraviglia per il “tono aspro” della Rodriguez. Vabbè. Scarcella è dispiaciuto anche perché Belen non gli ha risposto personalmente ma gli ha fatto recapitare una bella “lettera raccomandata intimidatoria di un avvocato questa mattina“. Eh sì, la gente è proprio strana! Manco a dirlo, il collaboratore di Corona avrebbe preferito “sistemare la faccenda con la diretta interessata, perché l’operazione può sembrare moralmente non corretta (può sembrare, eh, ndr), ma non rappresenta alcuna violazione di legge, piuttosto che pubbliche dichiarazione, ma mi vedo costretto ora e rilasciarle comunque, ribadendo la mia volontà di totale cessione del marchio“. L’ha registrato per poi cederlo: generoso da parte sua, no? Attendiamo con ansia le sue pubbliche dichiarazioni, dunque. Sperando che faccia un maggiore uso di punteggiatura, ché qua si rischia di andare in apnea.