
E’ passato quasi un anno da quando Marco Alemanno ha perso il suo grande amore. O forse no, forse non lo perderà mai. L’amore di e per Lucio Dalla lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni. E poi oltre, ancora, per sempre. Il giovane Marco. Che subito dopo la scomparsa del gigante Lucio s’è visto i riflettori prepotentemente sparati addosso, nel bene e nel male. Nel bene, da chi ancora si commuove dinanzi a questo legame che non conosceva differenza d’età, di vissuto, di percorsi. Nel male, da chi ha puntato il dito contro “il ragazzo” che aveva preso il cuore del grande artista e quindi godeva anche di una serie di innegabili… vantaggi. Ma la sincerità e il cuore di Marco, alla lunga, vinceranno. Anzi, hanno già cominciato a farlo. Hanno cominciato da quell’animo dignitoso che l’ha spinto soltanto oggi, a distanza di mesi e mesi, a parlare della sua relazione con Lucio. Ha scelto Sette, il magazine del Corriere della Sera, e ha scelto un giornalista di lungo corso come Aldo Cazzullo. Uno che non bluffa.
Alemanno definisce la storia con il cantautore bolognese una “favola moderna” che “non ha bisogno di etichette“. Loro due, insieme, potevano essere “maestro e allievo, padre e figlio, fratelli, amici, amanti: Lucio diceva che ci completavamo“. Si sono conosciuti il 17 dicembre 1997, Marco aveva 17 anni e Lucio “quel giorno mi predisse il futuro e un po’ di passato: aveva visto nei miei occhi l’ombra di un dolore recente, la scomparsa di mio fratello Pasquale, che un anno prima era morto in mare“. Hanno vissuto intensamente Bologna, facevano lunghe passeggiate, mangiavano, ridevano, se ne andavano in giro per le vie del centro. Forse soltanto chi li ha visti là, giorno dopo giorno, è riuscito a capire la profondità di questo amore.
Poi Lucio se n’è andato, non se l’aspettava nessuno e soprattutto non se l’aspettava Marco: “A furia di inseguirla, la vita gli è venuta meno, proprio per troppo slancio, per troppo ardore, per troppa vita: così vita da morire“. Il Bel Paese è stato travolto dal dolore ma anche dai pettegolezzi: “non è stato rispettato né l’uomo né l’artista“, dice Alemanno. La vita continua, certo. Ma quasi tutta, per il momento, è fatta di ricordo: Marco ha anche scritto un libro, Dalla Luce alla notte, in cui racconta tutto. Anche la scottante questione dell’eredità: “Sono gli amici e la bellissima storia che Lucio mi ha donato la vera eredità che mi ha lasciato in quel mattino“. Lucio era nato il 4 marzo e il prossimo 4 marzo Bologna festeggerà con un concerto. Lui, però, “detestava – svela Marco – il suo compleanno: quel giorno staccava il telefonino. Gli amici veri lo sapevano e lo chiamavano il giorno prima, per tutti gli altri era irraggiungibile“.