Grottesca: riesce difficile trovare un aggettivo più adatto per definire questa “idea”. Per un po’ c’è stata la speranza che fosse una bufala, invece no. C’è ancora, a esser sinceri, ma pare sia tutto vero e la notizia è riportata anche da testate storiche e autorevoli come Panorama. La notizia secondo cui un collaboratore di Fabrizio Corona ha registrato (dietro “suggerimento” giunto da Busto Arsizio, si suppone) il marchio “Santiago” per sfruttarlo a livello commerciale, creando una linea di pupazzi ispirata al figlio di Belen Rodriguez e Stefano De Martino, che nascerà il prossimo aprile e si chiamerà – appunto – Santiago. Corona e il suo team hanno già fatto una cosa simile poco meno di un anno fa, con l’ormai celebre “farfallina” della showgirl: depositarono quell’immagine e ne fecero una linea di abbigliamento e accessori. Lei, Belen, allora andò su tutte le furie ma alla fine lasciò correre. Dimostrando una certa classe. Ma stavolta è difficile che decida di comportarsi allo stesso modo. Perché stavolta non c’è di mezzo un tatuaggio ma un bambino. Il suo.
In attesa di scoprire come reagiranno i due futuri genitori, viene spontaneo riflettere su questa nuova trovata di Corona e dei suoi. La povertà di idee è un problema diffuso, si sa, soprattutto ai tempi d’oggi. Ma quando va di pari passo con una sorta di ossessione, la cosa si fa davvero grave. Belen, Belen, Belen. Stefano, Stefano, Stefano. Adesso Santiago, Santiago, Santiago: possibile che non esista altro? Possibile che la Rodriguez e il suo universo privato debbano essere come una sorta di insostituibile “stella cometa”, un business da inseguire a tutti i costi? Cioè, o questo o non si fa niente? E poi va bene il cinismo, va bene che gli-affari-sono-affari, ma qua c’è di mezzo una creatura che – addirittura – ancora deve venire al mondo. E poi un’altra domanda: chi mai avrà il coraggio di comprare un pupazzo soltanto perché si chiama come il rampollo di Belen? A quale target si rivolgeranno questi… imprenditori?