
Don Mazzi, si sa, prende a cuore tanti casi umani difficili. Anche appartenenti al mondo dello showbiz: basti citare Lele Mora e Sara Tommasi, ma l’elenco è ben più lungo. E adesso, a questo elenco, si è aggiunto anche Fabrizio Corona. Il noto sacerdote, qualche ora fa, sul sito della sua Fondazione Exodus ha scritto un lungo messaggio su di lui: “Qualcuno – è l’esordio – giustamente dirà che il solito don Mazzi torna a fare la prima donna, tuffandosi a testa in giù sul caso Corona. Sono felice di rompere, soprattutto sono felice di avere tanti amici quando faccio le cose che possono fare tutti, e infiniti nemici quando storie strane, sofferenze poco spiegabili e personaggi problematici mi attraversano la strada“. Don Mazzi assicura che Corona “non è banale, stupido e frescone come lo definiamo“; più volte gli è capitato di urlargli in faccia e “devo dire che mi ha sempre ascoltato in silenzio e con rispetto“. Non ha alcun dubbio: Fabrizio è malato. Tesi sostenuta anche dall’ex moglie Nina Moric e tanti altri. Il prete, però, approfondisce l’argomento: “Ci sono nuovi tipi di malattie, di raptus, di isterie quasi epilettiche, che tempo fa non conoscevamo. Lo sdoppiamento di personalità, durante alcune azioni strampalate di Corona, lo avvicinano al borderline, ma non lo è“. Che cos’ha, allora?
“Pare che la sua identità – continua Don Mazzi – a un certo punto si trasformi in disidentità. Ma nemmeno questo è vero e chiaro“. Di certo, in questa sua sregolatezza, un ruolo di primo piano l’hanno giocato “il rapporto conflittuale con il padre, la sua bellezza rara, la relazione con Mora e il mondo dello spettacolo, la fortuna sfacciata ottenuta in brevissimo tempo“. Corona sta male dentro e si fa del male, sembra un gioco di parole e invece è l’amara realtà. “Ho deciso, trent’anni fa – ricorda Don Antonio – di vivere con i ragazzi ‘difficili’, rischiando la pelle, piangendo su suicidi, omicidi, morti spaventose. Ho vinto le poche battaglie, perché ho vissuto 24 ore su 24 con i casi più indecifrabili e qualcosa ho capito perché ho vissuto con loro. La gente, complicata o semplice, santa o bestiale, la si conosce mangiando, giocando, dormendo, lavorando, urlando, piangendo, abbracciando, facendo l’alba sotto un albero del Parco e parlando, parlando, parlando“. E su questo ha ragione da vendere.
Anche secondo lui la pena inflitta a Fabrizio è spropositata: “In questa Italia chi ruba milioni va ministro, chi si droga (secondo la Cassazione) in gruppo fa bene e Corona, che guida senza patente e chiede qualche diecimila euro ad un giocatore che prende euro a palate, che fotografie più o meno carine ne ha fatte a bizzeffe, starà in galera otto anni“. Si sono già visti. “Ho visto sua mamma – rivela – e ho promesso che ritento l’alternativa alla galera. In Exodus ha fatto bene, è stato ubbidiente, si è preso le mie urlate…“. Riuscirà a riportarlo là?