Non è finita per niente bene la storia d’amore fra Barbara De Rossi e il cantante di belle speranze Anthony Manfredonia. Nel 2010 fra loro è scoppiata la passione, sono finiti su tutti i giornali e hanno bruciato le tappe: lei, addirittura, cominciava a coltivare il sogno di dargli un figlio. Poi l’idillio è svanito, lasciando il posto alla rabbia, alle recriminazioni, alle accuse reciproche. Adesso si viene a sapere che i due hanno varcato la soglia del Tribunale per un’automobile. Una Porsche di seconda mano, per l’esattezza. L’attrice l’ha donato a Manfredonia quando erano ancora una coppia, sborsando quarantamila euro. Il lussuoso veicolo è parcheggiato nel suo garage ma lui vuole riaverlo. E’ un regalo, è roba sua, dice. Ha pure fatto inviare a Barbara una lettera chiedendone la restituzione. E Barbara, per tutta risposta, l’ha citato in una causa civile: risultano entrambi intestatari e mira a toglierli la comproprietà perché – appunto – a pagare è stata soltanto lei.
Manfredonia spera di averla vinta: “Mi auguro – ha dichiarato – che, in virtù della legge che tutela i regali, il giudice mi renda unico proprietario della macchina. Oppure, siccome dai documenti risulto per metà proprietario, mi aspetto di ricevere metà del valore della Porsche, cioè circa ventimila euro“. La De Rossi, per il momento, non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche. Una cosa, però, bisogna dirla: magari ci sbagliamo, ma questo Manfredonia ha proprio l’aria di essere un arrampicatore sociale, uno che insegue la notorietà senza andare troppo per il sottile. Quando è finita la relazione con Barbara non ha perso occasione per concedere interviste tutt’altro che cavalleresche. Poi ha vissuto un flirt con Sylvie Lubamba e si è ritrovato (con sua somma gioia, immaginiamo) nuovamente sotto i riflettori, ma lei l’ha scaricato nel giro di pochissimo tempo definendolo una “persona non affidabile” (si sospetta un tradimento). Poi ancora è stato fotografato mentre baciava in mezzo alla strada Sara Tommasi. Proprio nel periodo in cui lei aveva toccato il fondo. Giudicate un po’ voi…