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Lorenzo Crespi: “La mia carriera è finita, sono sotto mobbing da anni”

E’ successo qualcosa, ieri, sul profilo Twitter di Lorenzo Crespi. Qualcosa che lascia l’amaro in bocca, sicuramente spingendo alla riflessione e portando a valutare il peso delle cose non dette. Interrogarsi su cosa possa nascondersi dietro i riflettori, dietro un mondo fatto di immagine e lustrini: quello dello spettacolo. Lorenzo, si sa, è da sempre una voce fuori dal coro. Un artista, ma anche un irrequieto – e non è detto che sia una cosa negativa, anzi – e un uomo che segue il proprio istinto, nel bene e pure nel male. Da qualche tempo è lontano dal cinema e dalla tv, pur possedendo tutte le doti necessarie per restare sempre sulla cresta dell’onda. Perché è costretto nell’ombra? Lui ha dato la sua spiegazione poche ore fa: “18 anni di carriera, 22 film, tanti premi, sotto mobbing da anni“. Sta pensando di eliminare il proprio account, Lorenzo. E allo stesso tempo ha invitato gli altri a non seguirlo più: “La mia carriera è finita, io non lavorerò più, lo dico con il cuore e una lacrima per chi mi ha sempre amato: ora se volete, lasciatemi pure“. Ma perché cosa è successo, cosa gli succede?

Lorenzo dice di essere vittima di mobbing, è sicuro che non troverà ingaggi. Ha perso la fiducia, o forse gliel’hanno tolta: “Non mi sono mai nascosto: mi nascondono, è diverso“, è stata la sua risposta a una follower. Non si sa quando e come tutto ciò sia iniziato. Crespi recitava, era apprezzato, era ed è tuttora molto amato dalla gente. Eppure, gradualmente, è quasi scomparso. I reali motivi sono ignoti al grande pubblico, eppure ieri – appunto – è successo qualcosa. C’è stato uno scambio di battute fra lui, Sonia Bruganelli e l’autore televisivo Marco Salvati. Uno scambio che poi Lorenzo ha cancellato, ma che riteniamo giusto riportare. “Il giorno che pubblicherò tutto su Twitter – ha scritto Lorenzo – smetterete di sorridere per molto tempo. E chi vi comanda lo sa“. “Non so cosa tu possa pubblicare su di me – è stata la risposta di Salvati – perché faccio una vita noiosissima. E non mi comanda nessuno“. “Ma è una fiction a cui stai lavorando? – ha fatto eco la Bruganelli – Stai ripassando il copione??“.

Trecento messaggi – ha replicato ancora Crespi – e trenta mail penso possano bastare… Sti grandi amori“. Parole non facilmente comprensibili, allusioni a qualcosa di ignoto. “Aspetto solo il momento giusto – ha continuato Lorenzo – per vedervi smettere di ridere alla faccia degli altri“. Qualcuno ha pensato a una forma di gelosia da parte sua: “Gelosia? – è stata la reazione di Lorenzo – Me ne sono andato in silenzio. Potevo macinarli già da tempo. Ma sono un uomo, sono tre anni che sto zitto“. A questo punto è intervenuta la Bruganelli: “Quindi è una storia di tradimenti? Dura da tre anni?“. Crespi ha rilanciato: “Proprio tu parli? Coraggiosa…“. Lo scambio è finito così, con un “vabbè…” da parte di entrambi. Lorenzo ha eliminato i messaggi, lei non tutti. Qui non si vuole giudicare in alcun modo, semplicemente si racconta e ci si interroga. Una domanda, appunto, nasce spontanea: perché far sparire quelle parole che scaturivano comunque da una necessità? La risposta sta forse nella volontà di non pensarci più? In un pentimento, in uno scoramento? Dopo aver lasciato intuire la volontà di abbandonare Twitter, Crespi ha ricevuto decine di attestati di stima e affetto dalle persone che lo seguono. Che gli hanno chiesto di restare, che hanno espresso il desiderio di vederlo presto all’opera con la sua arte. Di certo, è questa la cosa più importante. Così come non crediamo assolutamente che la sua carriera sia finita. Però, forse, lasciare i coperchi sollevati e andare fino in fondo sarebbe meglio… Costi quel che costi.

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