Matteo Branciamore ha trovato il successo vestendo i panni del timido e romantico Marco ne I Cesaroni, serie tv amatissima dalle famiglie italiane. Eppure, nella realtà, ‘sto ragazzo si sta rivelando tutt’altro che tranquillo e soprattutto lontano anni luce dal suo personaggio. Dunque. Qualche settimana fa ha ammesso dalle pagine di Vanity Fair di aver avuto una rapporto non proprio equilibrato col sesso: “Era il pane quotidiano, ma a un certo punto non lo gestivo e mi è sfuggito di mano, non mi fermavo più. Non era una situazione sana“. A occhio e croce, adesso va meglio. Il fatto, però, è che Matteo s’è ritrovato coinvolto in uno scandalo a luci rosse in piena regola insieme ad altri volti noti fra cui (sono in tutto una trentina) il collega Roberto Farnesi, i cantanti Gianluca Grignani e Fabri Fibra, i giornalisti Amedeo Goria e Giulio Golia delle Iene, il rugbista Denis Dallas, i giocatori Simone Inzaghi, Valeri Bojinov, Marco Borriello, Mauro Bressan, Francesco Coco, Luca Toni, Colombo, Dalla Bona, Fabio Galante, Vincenzo Iaquinta, Pavesi, Reginaldo, Tarducci, Zanello. Un gruppetto nutrito, insomma. E in mezzo c’è lei, la pornostar Lea Di Leo al secolo Sonia Faccio.
La signorina in questione avrebbe scritto un libro di memorie basato, appunto, sui suoi incontri bollenti con i suddetti personaggi. Il presidente e il direttore editoriale della casa editrice Imart, Giuseppe Aleci e Gaspare Richichi, sarebbero i responsabili di una tentata estorsione: in pratica avrebbero chiesto dei soldi ai diretti interessati – tra i diecimila e i quarantamila euro – per far sparire i nomi e i particolari troppo imbarazzanti dal volume della pornostar. La quale, però, si è dichiarata all’oscuro di tutti. Oggi si è aperto il processo presso il Tribunale di Marsala, i vip coinvolti – ci sono anche l’addetto stampa della Juventus, Luca Casassa, e il senatore ex viceministro dei governi Berlusconi Mario Baldassarri di Fli – figurano come testimoni ma Branciamore è stato finora l’unico a chiedere di costituirsi parte civile: questo gli fa onore.
Il prossimo 11 dicembre saranno ascoltati i primi tre testi e il sostituto procuratore Dino Petralia ha chiamato anche la stessa Lea Di Leo e Silvia Poli, ovvero colei che l’ha aiutata a scrivere la bozza del libro. Il caso è scoppiato nel marzo 2011 grazie a un servizio delle Iene. E Matteo è dentro fino al collo. Altro che Cesaroni…
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