Intervista a Sara Tommasi: “Non parlavo e non mangiavo più”
Sara Tommasi sta bene, bene davvero. Lo diciamo con certezza. Perché l’avevamo sentita prima del ricovero in ospedale e l’abbiamo sentita, di nuovo, poco fa. E’ uscita dalla clinica stamattina alle undici e ha scelto di parlare con noi per primi: in questo momento si trova a Terni, accanto ai suoi genitori, e davvero sembra stia tornando la Sara di tanto tempo fa.
Sara, sei stata ricoverata circa un mese…
Sì. Stavo molto male. Ero diventata un ragnetto, avevo perso dieci chili nel giro di pochissimo tempo, mi nutrivo soltanto di patatine fritte in busta e cioccolata. Cibi spazzatura, pieni di calorie, eppure continuavo a dimagrire. Però non era anoressia. Piuttosto una forma pesante di depressione. In più non volevo più usare la forchetta.
Perché non volevi usare la forchetta?
Perché ero stata ospite di un principe indiano in Sardegna, loro mangiano con le mani e avevo cominciato a farlo anche io. Poi non bevevo, nemmeno l’acqua: mi gonfiava lo stomaco, mi dava fastidio.
… E a un certo punto hai anche smesso di parlare.
Sì, è vero. Non avevo più neanche la forza di parlare, ero completamente disabilitata. Mia madre non ce l’ha fatta più e ha deciso di firmare per farmi ricoverare. Sono stata prima al Sant’Eugenio e poi al Santa Lucia di Roma.
Come trascorrevano le tue giornate?
La mattina ci facevano alzare alle sette e mezza e subito ci davano le medicine e facevano la flebo. Poi colazione e psicoterapia di gruppo fino all’ora di pranzo. Il pomeriggio ci si poteva riposare. Io, però, non riesco ad addormentarmi di pomeriggio; quindi ho letto. Ho letto Il Fu Mattia Pascal, i gialli di Agatha Christie, E’ una vita che ti aspetto di Fabio Volo e altri libri. Prima di cena facevamo altre attività collettive, per esempio c’era un cineforum e vedevamo vecchie pellicole per poi commentarle insieme. Alle sette di sera la cena e poi ancora flebo e medicine.
Ti sentivi tranquilla oppure a disagio?
Abbastanza tranquilla. E’ stata un’esperienza che mi ha aiutato molto. Intorno a me c’erano persone che stanno davvero male e che non riescono a combattere. Io invece ho ritrovato la forza grazie alla fede, a Dio. Pregavo, pregavo tanto.
Avevi perso le fede?
Sì, per un periodo mi era allontanata. E’ successo quando ho frequentato quel principe indiano.
Cosa farai adesso?
Innanzi tutto resterò qui a Terni per un mese, con mio padre e mia madre. Quindi realizzerò un calendario per i terremotati dell’Emilia Romagna, lavorerò in uno spettacolo teatrale e poi si vedrà insieme al mio agente Christian. Sono ancora molto fragile, i medici hanno detto che per una totale riabilitazione ci vogliono cinque-sei mesi. Però ho già ripreso otto chili, sono contenta.
E’ vero che Federico de Vincenzo, il produttore del tuo film porno, ti è stato sempre vicino?
Sì, è vero.
Avete una relazione?
Diciamo di sì.
Farai altri film porno?
Sì, credo di sì. Ci penso un po’, ma credo proprio di sì.
Non hai paura che una simile scelta possa danneggiarti ancora?
Non sono queste le cose che danneggiano. Non riuscire a mangiare, drogarsi… Sono queste le cose che danneggiano.
Come la metti con la droga?
Non mi drogherò mai più, l’ho solennemente giurato a Dio.
Non hai paura di ricaderci?
No, perché non mi separerò più dalla mia famiglia.