Quella di oggi è una giornata importante per Fabrizio Corona. Una giornata che aspettava e temeva, come lui stesso ha ammesso. Sì, perché oggi il Tribunale di Milano dovrà decidere se spedirlo nuovamente in carcere oppure affidarlo ai servizi sociali. Certo, c’è da dire che, grazie alla macchinosa e sfiancante legge italiana, il verdetto potrebbe ancora una volta slittare: “Difficilmente – ha spiegato l’avvocato di Corona, Giuseppe Lucibello – il giudice riuscirà a pronunciarsi visto che manca la documentazione“. L’ex agente dei paparazzi, però, è ugualmente sulle corde. Il suo primo pensiero, ha spiegato sabato scorso davanti alle telecamere di Verissimo, è per il figlio Carlos e per i dipendenti della sua azienda. Perché l’azienda, com’è ovvio, potrebbe risentirne parecchio (siamo commossi, ha proprio a cuore i suoi dipendenti!). Ma da dove nasce il rischio di un secondo soggiorno dietro le sbarre?
A gennaio la Corte d’appello di Torino ha condannato Fabrizio a cinque anni di reclusione per i presunti ricatti fotografici ai danni di David Trezeguet. Dopo due mesi la Corte d’Appello di Milano ha decretato la sua colpevolezza per corruzione di una guardia carceraria, aggiungendo così una condanna ad un anno, due mesi e cinque giorni: forse non tutti lo ricorderanno, ma riuscì a farsi portare illegalmente una macchinetta fotografica usa e getta, con cui realizzò un servizio che poi apparve su alcune riviste. Il vizio di monetizzare tutto ce l’ha sempre avuto, non c’è niente da fare. E’ nel suo dna, non guarda in faccia niente e nessuno.
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Ieri, intanto, s’è beccato una multa di 560 euro: avrebbe dovuto presentarsi al Tribunale di Como per testimoniare nell’ambito del processo su presunte fatture gonfiate nell’organizzazione di eventi al casinò di Campione d’Italia e invece non è andato. Una nuova udienza si terrà a dicembre e per Fabrizio è stato predisposto l’accompagnamento coatto. In che situazione sarà per quella data? “A Carlos non ho spiegato niente – ha dichiarato qualche giorno fa – neanche gliel’ho mai accennato. Potrei andare dentro davvero, stavolta. Solo che io sono uno che pensa sempre positivo. E se capiterà, a Carlos troverò il modo di farglielo digerire. Piano piano, con delicatezza“. Le prossime ore saranno decisive o l’attesa risulterà prolungata? Vi terremo aggiornati…
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