“E’ stato un colpo di fulmine. E di porta. Era a un concorso di bellezza, a Firenze. Usciva dal bagno. Io passavo. E mi ha dato la porta in faccia. Ero arrabbiato, ma dopo averla vista…“: così, nel 2012, durante un’intervista al Secolo XIX Luca Toni ha raccontato il suo primo incontro con Marta Cecchetto. Dopo quella porta sbattuta in faccia, l’ha invitata a prendere qualcosa da bere. Hanno fatto quattro chiacchiere, si sono scambiati i numeri di telefono e poi c’è stato un secondo incontro a Fiorenzuola: “Non ci siamo mai più lasciati“. Un amore a prova di bomba, che dura da quattordici anni, è passato indenne attraverso qualsiasi ostacolo e anche attraverso la morte.
Nel giugno 2012 il loro primo figlio è nato privo di vita. Marta avrebbe dovuto partorire in un ospedale di Modena che però, a causa del terremoto, è stato evacuato. Allora la coppia ne ha scelto uno di Torino per avere maggiore sicurezza. Doveva essere un parto cesareo, ma nel momento dell’intervento i medici hanno scoperto che il cuore del piccolo non batteva. “Quello che doveva essere il giorno più bello della nostra vita – ha detto Luca, piegato dal dolore – si è trasformato nel peggiore. Il nostro bambino ci ha lasciati prima di vedere la luce. Chiediamo a tutti comprensione e silenzio nel grande dolore che deve essere solo mio e di Marta“. Da allora, un lungo periodo di silenzio.
“Io e Marta“: è questa formula a rendere così grande il loro amore. Lui è un noto calciatore, lei una quotata modella. Sono belli, ricchi, famosi. Ma, da sempre, scansano la mondanità e la sovraesposizione. Vederli nei locali gettonati dai protagonisti dello showbiz è praticamente un’utopia. “Io e Marta”: Luca sa che un giorno sposerà la sua compagna, ma con i giornalisti è già stato chiaro: “Mi spiace, per voi. Ma quando sarà, lo saprete a cose fatte. Noi ci sposeremo in un posto non paparazzabile“. Dove? “Lo decideremo insieme: Marta e io“.
Spettegolare sul loro conto è un’impresa impossibile anche per le malelingue più affilate. Non hanno mai pensato di tradirsi, di lasciarsi, di prendersi in giro. Toni ne è convinto: la vera trasgressione, ormai, è la fedeltà. E lui in questo senso è una tragressore doc. Come lei, del resto. “Io e Marta”: la tragedia che li ha colpiti lascerà tracce pesanti, è qualcosa che toglie il fiato. Ci riproveranno, perché uno dei loro sogni è sempre stato quello di avere una famiglia numerosa. La prossima volta andrà bene, deve andare bene. Intanto, l’estate del 2012 è stata all’insegna del lutto da elaborare. Non si sono visti in giro, nessuno li ha beccati. Rifugiati nel loro mondo fatto di cose belle e semplici. Autentiche e speciali. “Io e Marta”: queste tre parole hanno il sapore di eterno. Profumano d’amore, in un mondo che spesso dimentica cosa sia l’amore.
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