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Cose da Vip

Caterina Balivo e le fantasie grammaticali

Caterina Balivo è brava e bella, per carità. Non è simpatica a tutti, qualcuno dice che se la tiri da morire per chissà quali oscuri motivi, però a noi è simpatica. Moltissimo. E la nostra simpatia nei suoi confronti è salita alla stelle durante una visitina al suo blog, Caterina’s Secrets. Un cosa meravigliosa. Ci sono tante foto sue, del suo bimbo Guido Alberto – nato lo scorso maggio dalla solida relazione con Guido Maria Brera – e delle persone a lei care; ci sono anche piccoli racconti riguardanti la sua quotidianità. Ecco, sono proprio questi testi scritti dalla Balivo ad avere acceso il nostro entusiasmo, o meglio: le fantasie grammaticali in essi contenuti. Irresistibili.

Lo scorso 25 luglio Caterina ha raggiunto il top scrivendo: “Ieri stavo scattando per la nuova collezione invernale di Cannella e Patty, la parrucchiera e truccatrice, mi dici: tagliamo un po’ i capelli? Quel triangolo (cosa scusa, ho pensato io…) che hai intensità ormai è pesante… Io con fare serafico, forse perché avevo dormito poco, le dico: si taglia!”. Che ne dite? Allora, il senso è chiaro. Chiarissimo. La punteggiatura, la consecutio e la declinazione dei verbi sono un fatto personale. E alzi la mano chi avrebbe saputo fare meglio. Grande Caterina. Ne volete ancora? Ok, però che non diventi un’abitudine, eh.

Dunque, il 16 luglio ha pubblicato alcune immagini che la ritraggono con sua sorella Francesca: “Qui giochiamo a fare le modelle … Ma né l’altezza per mia sorella né i chili in più per me… ci te devono credibili al gioco!”. Sì, testuali parole. E non chiedete spiegazioni. Il 10 luglio è apparso nella pagina virtuale un simpatico furgoncino “matrimoniale”, che Caterina ha immortalato per mano del compagno e che descrive con queste parole: “Mi ha strappato un sorriso tenero guardando il di dietro con la scritta just married”. Il furgoncino guarda il di dietro? E’ questa sua spontaneità, l’autenticità mostrata senza filtri che noi amiamo. Lei scrive di getto, chi s’è-visto-s’è-visto e chi la ama la segua… Ah, evviva la maturità classica!

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