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Cose da Vip

Giallo Renata Rapposelli, una testimone inchioda il figlio: “Simone è stato sul fiume Chienti”

Un racconto shock quello dell’ex amica del figlio di Renata Rapposelli ai microfoni di Chi l’ha visto?. Delle rivelazioni che possono far pensare ad un possibile collegamento tra Simone Santoleri e la morte della madre, rinvenuta in una scarpata nei pressi del fiume Chienti.

Un importante testimone è stata ascoltata dalla trasmissione Chi l’ha visto?, andata in onda il 13 dicembre. La donna, ai microfoni del noto programma, smentisce le dichiarazioni del figlio Renata Rapposelli, Simone Santoleri, sulla mancata frequentazione di Tolentino e delle zone limitrofe al fiume Chienti, luogo in cui il 10 novembre è stata trovato il corpo privo di vita della pittrice 64enne. Il figlio insieme al padre, Giuseppe Santoleri, sono gli unici indagati a piede libero per omicidio e occultamento di cadavere.

Simone ha più volte dichiarato, nei diversi programmi in cui è stato intervistato, di non avere alcun legame con Tolentino e di non esserci mai stato. Dalle indagini svolte dalla Procura è emerso, però, come sul computer dell’uomo è stato più volte digitata la parola Chienti. L’ex amica del 40enne di Giulianova, ascoltata dal programma di Rai 3, ha ricollegato l’uomo al luogo del ritrovamento di Renata Rapposelli. La donna ha preferito restare anonima davanti alle telecamere del programma condotto da Federica Sciarelli, ma ha dichiarato che Simone Santoleri conosceva molto bene la zona del Chienti: “Simone sa di essere stato sul fiume Chienti. Ci siamo stati insieme, quando facevamo le passeggiate a Belforte. Ho deciso di parlare quando lui ha detto che non c’è mai stato e invece sa che c’è stato. Ogni volta che rivedo i suoi occhi ho i brividi”.

La donna, il cui volto non viene mostrato, parla dando le spalle alla telecamera e racconta di come il figlio di Renata Rapposelli la terrorizzava: “Simone mi faceva paura, voleva diventare il mio fidanzato, ma io amavo un’altra persona. Mi ha anche accusata di essere indemoniata”. La donna racconta alla giornalista Paola Grauso: “Lui voleva qualcosa di più, ma per me era soltanto un amico. Poi ho dovuto cambiare casa e telefono per non essere più trovata da lui, ero terrorizzata. Inizialmente si era mostrato gentile e affettuoso, poi però erano comparse le prime stranezze. Voleva che lo guardassi fisso negli occhi e poi mi diceva: ‘Io sono il diavolo’”. La donna afferma inoltre: “Sono convinta che Simone mi facesse assumere qualcosa ogni volta che andavo a casa sua: voleva sempre cucinare lui, preparava te e spremute e quando mangiavo e bevevo da lui non riuscivo a riprendere la macchina per tornare a casa. Ero costretta a dormire da lui perché mi scoppiava la testa, ero stordita”. Il sospetto degli inquirenti è proprio che l’omicidio di Renata sia avvenuto a seguito di un avvelenamento da farmaci. Simone Santoleri, secondo le dichiarazioni della donna, è un grande manipolatore: “Suo padre aveva paura di lui”, continua precisando “Non ho mai visto Giuseppe guidare la sua auto, nonostante fosse sua; il figlio non gliela lasciava prendere e non gli lasciava neanche gestire i soldi della pensione”. Ciò va quindi a confermare le precedenti testimonianze che sostenevano come Giuseppe Santoleri non guidasse più la propria auto, ma ai Carabinieri lui e il figlio hanno invece affermato che proprio il pensionato riaccompagnò in auto Renata Rapposelli il giorno della sua morte.

Photo Credits Facebook

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