Dopo più di 5 anni dalla sparizione di Roberta Ragusa e la condanna a 20 anni di carcere al marito per omicidio, spunta un nuovo protagonista della vicenda. Il figlio Daniele Logli finisce in primo piano per la richiesta di amministrazione dei beni della mamma scomparsa.
Il caso di Roberta Ragusa, scomparsa tra la notte del 13 e del 14 agosto 2012, non è ancora stato chiuso: dopo più di 5 anni dalla scoparsa della donna denunciata dal marito Antonio Logli, il corpo non è stato ritrovato e le ricerche sul caso proseguono. Principale indiziato per l’omicidio della 44enne è proprio il marito: il processo che si è concluso alla fine del 2016 lo ha condannato a 20 anni di carcere per l’uccisione della moglie.
L’iter giudiziario prosegue e tra tutti i testimoni spuntano un nuovo nome in tribunale: Daniele Logli, il figlio di Roberta, si è presentato davanti al giudice lo scorso marzo chiedendo di poter amministrare i beni della mamma scomparsa. Affichè il figlio possa gestire gli averi, Roberta deve essere dichiarata “assente” da un giudice dopo almeno due anni dalla sparizione. Il passaggio di testimone non prevede la vendita dei beni: il corpo della Ragusa non è mai stato ritrovato per cui il Tribunale può solo certificare l’assenza e non la morte della donna.
Il giovane non si era costituito parte civile nel marzo 2015 (all’epoca del primo processo) e nemmeno nel successivo nel dicembre 2016 (quando il padre è stato condannato), ma ora, appena ventenne ha deciso di scendere in Tribunale. La decisione sulla condanna di Antonio Logli è però importante anche per la questione dell’amministrazione dei beni: Logli possiede alcuni beni in comproprietà con la moglie scomparsa e se venisse condannato perderebbe ogni proprietà e in questo modo Daniele potrebbe occuparsene.
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