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Chicche di Velvet

Una nazione unita nel pianto: 36 anni fa la morte di Alfredino Rampi [VIDEO]

“Un bambino di sei anni, Alfredo Rampi, è precipitato in un pozzo artesiano in disuso profondo oltre cinquanta metri nelle campagne di Vermicino, sui Castelli Romani”: con queste parole l’Ansa descrisse l’evento che tenne ferma un’intera nazione per tre giorni.

È il 10 giugno del 1981. Il signor Ferdinando Rampi, papà del piccolo Alfredo, si rivolge in tarda notte alle forze dell’ordine denunciando la scomparsa del figlio, non ancora rientrato a casa. Iniziano le ricerche e poco dopo l’amara scoperta: il bambino di 6 anni è rimasto incastrato in un pozzo artesiano con pareti irregolari e una profondità complessiva di 80 metri. La mattina seguente la tragica notizia scosse il popolo italiano e Alfredo diventò per tutti “Alfredino”, il figlio di una nazione.

L’inviato del Tg2 Pierluigi Pini calò nel pozzo il suo microfono e la straziante voce di Alfredino riecheggiò nelle case di tutti gli italiani. Poco dopo, grazie ai nonni materni, comparve una sua foto: il “bambino nel pozzo”, da quel momento, aveva anche un volto. L’Italia intera si ferma quando il Tg2 decide di optare per la diretta: 18 ore di ininterrotto flusso di immagini per riprendere l’ultimo tentativo di salvataggio, quello che (si pensava) avrebbe gloriosamente salvato Alfredino. Si tentò l’impossibile: pompieri, soccorritori ed eroi improvvisati non bastarono a salvare la vita di un bambino di sei anni e, a conti fatti, la Rai non fece altro che riprendere una drammatica sconfitta. “È stata una storia come quella del primo sbarco sulla Luna: il trionfo della tecnologia allora; la sua tragica sconfitta ora, davanti al pozzo di Vermicino. Si può andare sulla Luna, ma non si può salvare un bambino caduto in un pozzo. Ne veniva un senso di angosciosa impotenza, di disperazione”. Queste le parole di Leonardo Sciascia per commentare la tragicità della situazione.

Così, il 13 giugno 1981, moriva Alfredino Rampi e, al contempo, nasceva la “tv del dolore”, una televisione pronta a tutto pur di dissetare il voyeurismo noir del suo preziosissimo pubblico. L’intera vicenda diventò infatti un vero e proprio “evento mediatico”: migliaia di persone “in visita” sul luogo della tragedia, venditori ambulanti e telecamere perennemente accese. Eppure nessun pubblico e nessuna telecamera riuscì a salvare un bambino di 6 anni intrappolato in fondo al pozzo. Anche noi, nel nostro piccolo, non possiamo far altro che ricordare la giovane vita spezzata e imparare dai tragici errori del nostro passato.

Photo Credits da Facebook
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