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Detto da loro

Gessica Notaro, la prima foto shock dopo l’aggressione con l’acido: “Sono intrappolata in questa maschera”

Gessica Notaro, la ragazza sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato Edson Tavares, si racconta in un intervista al Mail on Line: “Non tornerò mai come prima.”

Gessica Notaro, la 28enne ex concorrente di Miss Italia sfregiata con l’acido da Jorge Edson Tavares lo scorso 10 gennaio, vuole lottare in nome di tutte le donne perseguitate e abusate dai mariti, ex mariti, fidanzati o chiunque continua a trattarle come se fossero di loro proprietà. La giovane, dopo aver trascorso due mesi nell’ospedale di Cesera, si è ritrovata la vita completamente cambiata: da modella e aspirante cantante oggi è costretta all’attesa. Deve aspettare un anno prima di potersi sottoporre ad un interventi di chirurgia plastica. Attualmente Gessica spende 700 euro al mese per medicine, gocce per gli occhi e lozioni che l’aiutano a sopportare il dolore.

Coperta da una maschera, Gessica si è fatta immortalare da Angelo van Schaik per la prima intervista da quando è uscita dall’ospedale, rilasciata per il Mail On Line. Si rende ben conto che la sua vita non è più come prima: non può più prendere il sole ed è “Costantemente intrappolata in questa maschera” e il viso le fa male tutto il tempo. “Non posso fare il mio lavoro – riferendosi all’attività di addestratrice di leoni marini presso l’acquario di Rimini – perché non posso entrare in acqua. Quando starò meglio, avrò comunque ferite interiori per il resto della mia vita. Avrò sempre paura di uscire dalla mia macchina e camminare verso casa, perché rivivrò quella scena ancora e ancora. La mia faccia è rovinata ma la mia bocca e il mio naso sono intatti. Mi riconosco allo specchio. Da un occhio vedo e la cosa più importante è che non ho perso la mia voce. Ho rischiato di perderla perché l’acido mi è finito in bocca ma sono stata veloce a sputarlo fuori“.

Racconta delle minacce prima dell’aggressione: “Mi disse che mi avrebbe tirato l’acido. Lavoravo al delfinario dove l’acido si usa per pulire i filtri, quindi chiesi all’uomo che se ne occupava che cosa avrei dovuto fare, in caso fossi stata davvero attaccata. Avrei dovuto lavarmi subito la faccia? Mi consigliò di non farlo perché alcuni acidi fanno buchi sulla pelle se entrano in contatto con l’acqua. Dissi anche ai miei colleghi che volevo tenere un casco in macchina, perché avevo paura a camminare dal parcheggio a casa“. Continua parlando della denuncia per stalking alla polizia: in quel frangente si limitarono a dirle di stargli lontano. Poi arrivò il giorno fatidico: “Ero già in tensione perché mia madre aveva telefonato avvertendomi che lui mi aveva cercata per parlarmi urgentemente. Mi aspettavo un confronto, non quello che successe. Appena misi la testa fuori dal finestrino lo vidi venire verso di me e tirarmi l’acido. Ho sentito la plastica della bottiglia sul mio viso. La mia faccia bruciava e subito persi la vista. Mi sentii disperata perché sapevo che più tempo passava più l’acido mi corrodeva”. Gessica conclude l’intervista ripensando ai giorni in ospedale: “Mi sono voluta vedere allo specchio presto. All’inizio mi hanno mostrato le fotografie, poi ho deciso di specchiarmi. Ero un po’ scioccata ma ho scelto di concentrarmi sugli occhi. Dicono che sia lo specchio dell’anima. Mi sono riconosciuta, sono ancora io“.

Photo Credits: Angelo van Schaik, Facebook

 

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