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Hollywood

Fabrizio Corona e il lavoro in carcere: ecco la sua busta paga

Dal gennaio 2013 Fabrizio Corona è in carcere. Lo scorso febbraio il gip di Milano si è pronunciato in relazione a una sua istanza e dunque la pena è stata rideterminatapassando – ha fatto sapere lo stesso Fabrizio tramite una lettera inviata al settimanale Chi – da un cumulo di condanne definitive di 13 anni e 2 mesi a uno di 9 anni“. In altre parole gli sono stati scalati 4 anni e 2 mesi. A questo punto lui potrebbe chiedere una condanna alternativa, “ma non ho fretta – dice – affronto i compiti che ho davanti e li porto a compimento uno a uno. Concentro l’attenzione su ogni singolo passo, ma al tempo stesso cerco di avere una visione globale e di guardare lontano. Un giorno uscirò e mi riprenderò ciò che ho capito di volere veramente“. Solo le cose positive, naturalmente.

I primi giorni dietro le sbarre, com’è ovvio, sono stati parecchio duri. Ma poi Fabrizio ha cominciato a reagire, nonostante fuori siano circolate addirittura le voci di un suo tentativo di suicidarsi. L’ex agente dei fotografi ha scritto un libro, continua a praticare regolarmente attività fisica. E lavora. Sì, lavora. Con tanto di busta paga. E pochi minuti fa sulla sua pagina Facebook ufficiale, i fidi amici e collaboratori hanno pubblicato, “su sua richiesta“, l’ultima busta paga ricevuta. Eccola:

Busta paga

Corona ha guadagnato 89,04 euro netti. Nemmeno 3 euro al giorno. Un’eclatante beffa del destino, se pensiamo a tutto il denaro che gli sarà passato fra le mani nel corso degli ultimi anni. Quando era – anzi, credeva di essere – al top del successo e della sua carriera. Praticamente invincibile, superiori a tutti. E con ogni probabilità è questo che intende quando dice che la galera gli sta facendo anche bene: di certo lo sta aiutando a ritrovare il contatto con la realtà. Dare la giusta misura alle cose. Fabrizio può piacere oppure no, può essere odiato oppure amato, ma nessuno può negare un concetto fondamentale: ha il coraggio di pagare. E sta pagando pure troppo.

Foto by Facebook

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