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Daniele Pecci: “Il problema non sono le donne, sono io”

Michelle Hunziker è incinta, felice, aspetta un figlio dal dolce compagno Tomaso Trussardi. Daniele Pecci, che con lei ha vissuto una storia piuttosto travagliata, dalle pagine di Vanity Fair ammette di non averle fatto le congratulazioni. E dichiara di non conservare ricordi che la riguardino: “Non ne ho. E se anche ne avessi, non li direi. Ho grande rispetto della vita altrui. Così dovrebbe sempre rispondere un gentiluomo“. La sensazione è che i due non siano rimasti in ottimi rapporti, ma in fondo il passato è passato. C’è il presente a cui pensare. E se quello della showgirl svizzera ha il sapore di famiglia, Daniele sta vivendo una “solitudine assoluta“. Non è mica facile credergli, considerato il suo innegabile fascino e il mestiere che fa (gli attori, si sa, fanno sempre molto effetto). Eppure è così. E Pecci spiega anche il motivo: “Il problema non sono le donne, sono io. Ho imparato che se sei immerso in qualcosa che ti tiene concentrato, rimane poco tempo per tutto il resto. Non mi concedo distrazioni dal palcoscenico. A lui sono legati i miei sogni più grandi. E poi se chiudo gli occhi, non mi viene da pensare alla mia vita divisa con una donna“. Anvedi, direbbero a Roma.

Però mette in chiaro una cosa: “Ho la presunzione di credere che ogni mio malessere non sia una patologia e che la possa gestire. In fondo, sono molto felice“. Perfetto. Magari un giorno troverà l’anima gemella, ma di nozze non se ne parla e non se ne parlerà: “Mai stato sposato. Per farlo, bisogna essere dei pazzi. Come si fa a legare i propri valori affettivi a contratti folli che in caso di divorzio ti portano alla rovina? Giurare sul futuro è romantico, ma metterlo nero su bianco con penale non è sano“. Non ama parlare di sé per quanto riguarda la vita privata e il motivo è semplice: “la credibilità di un attore è inversamente proporzionale a quello che si sa di lui. Non voglio tradire lo spettatore in platea, lascio che si compia la cosiddetta ‘sospensione dell’incredulità’. E poi io un po’ orso lo sono sempre stato“.

Conferma di aver avuto il vizio del gioco, “poker e roulette. Dicono sia nei geni, che si erediti: a me, il gusto del gamble, della puntata, con la vena al collo che ti batte forte, l’ha passata mia nonna attraverso mia madre. Però, quando ho avvertito la pericolosità, ho smesso“. Vive solo, in una piccola casa a Trastevere, cammina spesso a piedi, gli piace vivere il centro di Roma. Non gli dà fastidio essere riconosciuto: “La mia notorietà è un inganno. A volte mi sento toccare il braccio. E qualcuno sorridermi: ‘Ma non ci posso credere, non ci posso credere. Sei proprio tu! Dimmi chi sei!’“. Beh, non il massimo in effetti…

Foto by Kikapress

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