Tommy Vee: “Suono, viaggio e l’amore mi emoziona”
Tommy Vee esce dallo studio di registrazione, accende una sigaretta e si guarda intorno. Qualcosa attira la sua attenzione: una donna avanti con gli anni, che si avvicina a dei gattini randagi e versa loro del latte: “Vedi? – dice Tommy – sembrerà una sciocchezza, ma sono queste le cose che mi emozionano di più. E’ l’amore. L’amore inteso in senso universale, non solo quello fra un uomo e una donna. Lo si può trovare ovunque, tutti i giorni. E mi emoziona, sì”. Tommy Vee fa il deejay da tanti anni (“ho iniziato a mettere i dischi a 16, ho aperto la partita Iva a 20”), è produttore discografico e co-proprietario con Mauro Ferrucci dell’etichetta discografica Airplane! Records. Il suo nome è noto a livello internazionale, associato a intramontabili successi come Dove (co-prodotto con Moony), La Serenissima, Stay, First, Serenade. Ha remixato brani di Laura Pausini (di cui ha aperto anche un concerto), Paola & Chiara, Jovanotti, Marracash; ha vinto premi e condotto programmi tv per Mediaset. E il suo nome è pure – indissolubilmente – legato al Grande Fratello: Tommy ha partecipato alla quarta edizione, la più vista in tutta la storia di questo reality. E’ stato un personaggio molto amato, ma anche sui generis. Immune a quella sbornia derivante dalla popolarità che ha travolto praticamente tutti gli ex gieffini, allergico alla sovraesposizione, quasi scientifico nelle sue scelte professionali. “Il punto – dice, mentre la vecchietta dei gatti si allontana – è che molti confondono la popolarità col successo e perdono la testa. Io sono riuscito a mantenere un equilibrio per due motivi: prima di tutto non ero uno sconosciuto, lavoravo già a certi livelli, avevo fatto tantissime esperienze. Poi avevo quasi trent’anni: non di primo pelo, insomma. E questo mi ha ‘salvato’”.
Scusa, ma allora perché hai voluto fare quest’esperienza? Non ne avevi bisogno…
Ma in realtà non sono stato io a volerlo. E’ successo come nei film… Una mia amica conosceva qualcuno che si occupava dei casting del Gf e ha provato a convincermi. Io ho rifiutato, poi mi hanno contattato ugualmente… Chi mi ha parlato è stato molto abile, devo riconoscerlo. Sono riusciti ad accendere la mia curiosità, gradualmente, e alla fine ho firmato il contratto.
Qual era il tuo più grande timore?
Temevo di danneggiare la mia immagine: per certi versi il mio ambiente professionale è un po’ ‘snob’, di nicchia. Suonavo nei locali, nei club, non volevo ritrovarmi con un’etichetta addosso.
E te la sei ritrovata?
All’inizio sì, ma sono anche riuscita a toglierla per fortuna. Ho seguito il consiglio della responsabile dei casting: ho partecipato non come Tommy Vee ma come Tommaso Vianello. E’ stata un’esperienza di vita che ho dissociato dal mio percorso professionale.
… Esperienza che comunque ti ha portato tanta popolarità.
E’ vero. Però io non vivo bene la troppa popolarità: è una cosa bella, per carità, hai l’affetto di tantissima gente. Ma tu, quella gente, non te la scegli. Non la conosci. E finisce per condizionare la tua esistenza. Ricordo un Natale in cui io e Carolina (Marconi, ndr) siamo andati a far shopping per i regali: ci hanno dovuto chiudere nel negozio perché stavano per buttare giù le porte. Roba da pazzi.
Come hai ritrovato l’equilibrio?
Ho battuto in ritirata e sono tornato da dove ero venuto. Ho avuto la fortuna di avere intorno persone, a cominciare dal mio socio Mauro Ferrucci, che incarnavano il mio ‘lato lucido’ e con cui mi confrontavo sempre. Ho continuato a frequentare il mondo dello spettacolo solo per motivi lavorativi: per un anno, ad esempio, sono stato ospite fisso di Buona Domenica. Però i riflettori mi affascinavano relativamente. E, soprattutto, non ho mai perso di vista la mia musica, anzi ci ho dato dentro per controbilanciare le ‘conseguenze’ del Gf.
L’etichetta del Gf non c’è più ma tu sei comunque famoso.
E’ diverso, molto diverso. Mi riconoscono, vero, ma non c’è più quel fanatismo. Mi salutano, magari si fanno due chiacchiere e finisce là. Questo mi fa piacere. Prima davvero non potevo camminare per strada.
Insomma non ti piace essere un personaggio…
Io sono dall’altra parte della barricata. Vado nei locali per lavorare, altrimenti preferisco starmene a casa a vedere un bel film. Poi devo dire che ho un carattere abbastanza riservato.
… Ma sei stato ‘il bello’ di quell’edizione: chissà quante ragazze ti sei ritrovato intorno.
Il problema non erano le ragazze, ma le signore… Mamme, zie ‘bigodinate’! (ride, ndr)… Non sono queste, per me, le cose gratificanti. Io mi sento gratificato quando si avvicina un ragazzino e si complimenta per la mia musica. Quando mi apprezzano per quello che faccio, per i pezzi che metto. Anche se non nego di essere un po’ narciso.
E’ una confessione, questa.
Vabbè, ma è una caratteristica che mi accomuna al resto della categoria. Tutti i deejay sono narcisi ed egocentrici.
Ricapitolando: narciso, egocentrico ma allo stesso tempo amante del low profile e riservato. Una personalità complessa.
Eh, lo so: è che sono Cancro ascendente Vergine…
Perché ti sei fatto crescere la barba?
Bah, perché mi piace… Mi vedo più interessante, mi fa più uomo. E poi dai, va anche di moda. Ma magari fra quindici giorni mi stanco e la taglio.
Dove vivi adesso?
Vivo fra Venezia, dove ci sono i miei genitori, Padova dove c’è lo studio discografico e Milano. Sono parecchio gipsy.
Quali sono le persone di cui ti fidi?
I miei genitori, prima di tutto. Ho dei genitori da Oscar, proprio giusti, e non sono soltanto io a dirlo. E’ proprio un fatto riconosciuto. Poi le persone con cui lavoro e gli amici di vecchia data… Hai presente? Quelli che magari non senti spesso ma sai che ci saranno per sempre.
Sei fidanzato?
Sì, da circa un anno e mezzo.
Lei chi è?
Vuoi sapere proprio il nome e cognome? Secondo me è meglio evitare. Adesso stiamo parlando della mia vita, non della sua. E comunque non fa parte dello spettacolo, visto che stai per chiedermelo: ho già dato…